Elio Martusciello - Inorganic time (1999)
Questa composizione è il frutto di una rielaborazione di una mia improvvisazione (CD e dispositivi elettronici), eseguita nella rassegna musicale “son artificiel” a Bourges (01/06/1999). La ricerca musicale che ho intrapreso da alcuni anni intende indagare l’orizzonte sonoro che in qualche modo si presenta oltre il “punto d’ascolto” umano (così come esiste un “punto di vista”), per sperimentare quello che si potrebbe definire il “punto d’ascolto” della macchina (Aesthetics of the machine). Un’estetica che privilegia un “sentire-oltre”, l’incontro col il “fuori”. In questo brano, in particolare, l’estetica della macchina si sviluppa attraverso un materiale sonoro frutto di un’improvvisazione (digital dj culture), che esalta anche quelle risorse gestuali-espressive (l’immersione totale nel tempo dell’evento) che riconducono questa particolare esperienza cognitiva alla dimensione dell’uomo, quest’ultimo esperito qui come come mancanza o anelito.
…Shape without form, shade without color, Paralyzed force, gesture without motion;… (T. S. Eliot – “The hollow men”).
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